Colori e tipologie pavimenti

 

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Il pavimento non è essenziale in una casa o in un ufficio, così come in un capannone industriale, solo per coprire la zona calpestabile, ma anche perché fa arredamento. Se fino a qualche anno fa c’erano tutto sommato poche soluzioni e una varietà di colori limitata, oggi invece l’industria specializzata si fa concorrenza con linee, disegni e soprattutto materiali all’avanguardia che si possono abbinare perfettamente ai diversi stili di costruzione delle case ma anche di arredamento. Ma non solo per le abitazioni, è fondamentale scegliere la tipologia e il colore dei pavimenti per locali commerciali pubblici o di servizi come ristoranti, pizzerie, hotel, palestre di fitness o danza, garage, per esterni e giardini, per bordo piscina, negozi, macellerie, supermercati e ipermercati, eccetera.

 

 

Quali sono le tipologie di pavimento

Sono sostanzialmente tre, con qualche variante, le tipologie di pavimento più utilizzate per l’utilizzo comune: in ordine di diffusione e utilizzo il grès, il parquet e il cotto.

 

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Il grès è l’erede delle antiche e classiche piastrelle che qui vengono rivisitate in chiave moderna anche perché con i nuovi materiali si possono creare mille effetti diversi anche se il grés in realtà è di due tipi: quello classico è il porcellanato che ha un supporto con una gamma di colori molto ampia, che va da quelli chiari a quelli scuri. E in entrambi i casi la superficie può essere levigata, smaltata, oppure ancora non smaltata. Si tratta di pavimenti dalla manutenzione facile e pratica ed è per questo che sono anche i più diffusi perché altamente resistente e adattabile ad ogni tipo di ambiente, non si modifica nel tempo, resiste alla grande sia negli interni che negli esterni e si può trovare in moltissimi formati.

 

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Il legno del parquet ha come sua caratteristica principale quella di essere fresco d’estate e caldo in inverno, a patto che sia stato trattato nel mondo giusto, ed è questo che lo rende unico. Si trova in commercio in due versioni: quello prefinito, quindi già trattato, oppure quello da trattare dopo la posa. Nel secondo caso è interamente in massello e so trova in commercio con una rifinitura grezza e solo essere stato piazzato verrà lisciato e trattato con cera, olio o vernice. Sono diversi i legni che possono essere utilizzati per il parquet e differiscono per colore, finitura e durata nel tempo e vengono suddivisi in quattro categorie:

  • Legni chiari: si tratta del rovere, che con gli anni assume un colore sempre più giallo, il faggio che invece vira verso il rosa e l’acero americano, dal tipico colore beige;
  • Legni scuri: il wengé-Panga, una pianta africana e che rimane tale anche se il pavimento è esposto al sole,  il mutenye, anch’esso africano e con tonalità dal marrone fino al grigio che somiglia al nero;
  • Legni rossi: come il merbau, pianta asiatica di colore bruno che per la progressiva esposizione alla luce tende a modificarsi, o il dossi, pianta africana dorata-rossiccia adatta a più utilizzi;
  • I legni bruni: l’iroko, proveniente dall’Africa e dal tipico colore giallo che cambia con l’esposizione alla luce, il teak che è un’essenza color tabacco molto  resistente all’umidità e l’afrormosia, dalla tonalità olivastra, resistente alle escursioni termiche.

 

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Il cotto invece è un composto realizzato con argilla impastata con acqua, e si adatta in maniera speciale ambienti rustici. Esistono diverse varianti, come il cotto tradizionale dalla superficie ruvida, satinata o levigata (cioè lucida e compatta), il cotto smaltato dalla superficie irregolare per il differente assorbimento dello smalto o ancor il cotto antico che è prodotto a mano, con una superficie volutamente irregolare. E tutte le varianti si adattano sia agli ambienti interni che esterni.

 

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Esiste poi una quarta variante di pavimenti, quelli in PVC, veloce e semplice da posare, ma al tempo stesso molto pratica per la pulizia e molto adatta ad arredamenti di tipo moderno.

 

 

I pavimento industriali

Discorso a parte vale per i pavimenti industriali, cioè quelli che sono montati nelle fabbriche, capannoni, garage, industrie. Sono formati da una piastra in calcestruzzo armato (quindi rinforzato come il cemento), in resina oppure in PVC.

 

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In particolare quelli in resina sono costituiti da un supporto dalla superficie in pellicola, che li rende resistenti al’'acqua, al gelo, agli agenti atmosferici, ai fumi industriali (acidi e basici), ai sali, agli acidi diluiti, agli olii, alle soluzioni alcaline, ai raggi infrarossi e ultravioletti, multistrato (con applicazioni a spatola), rivestimento a massetto oppure ancora rivestimento autolivellante e per ognuna di questa caratteristiche c’è un livello di spessore più o meno alto.

 

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Anche il pavimento in PVC è molto utilizzato in ambito industriale ed è costituito da tre strati: il supporto, lo strato in pellicola stampata che ne determina l’estetica e lo strato superiore che lo protegge dal passaggio continuo di persone e macchinari. Sono più facili da tenere puliti e soprattutto rappresentano degli ottimi isolanti termici ed acustici, sono resistenti al fuoco e agli agenti chimici.

 

La scelta del colore dei pavimenti

Alla luce di tutte queste caratteristiche, come scegliere il colore di un pavimento?

È anche una questione di gusti, ma ci sono regole semplici da seguire: negli ambienti piccoli è sempre meglio utilizzare un pavimento di tonalità chiara che aiuterà ad aumentare lo spazio percepito, mentre tonalità scura, dal  nero al rosso passando per il blu, si adatta soltanto ad una stanza ben esposta alla luce.

E l’ideale sarebbe scegliere lo stesso tipo di pavimento in tutta l’abitazione, per creare continuità tra gli ambienti e per dare più luminosità a tutta la casa. Un pavimento di colore diverso è invece indicato  invece quando si vuole dividere uno spazio molto grande. E comunque sia i rivestimenti che le pareti dovranno creare contrasto. Quindi ad esempio un pavimento grigio scuro, dovrà essere abbinato a colori luminosi.