I colori delle Dolomiti

 

Rinomate in tutto il mondo, le Dolomiti sono tra le montagne più particolari per le loro forme aguzze e affusolate. Le Dolomiti si estendono in un territorio prevalentemente compreso tra le province di Bolzano, Trento e Belluno. Le propaggini più orientali sono in provincia di Udine –le Dolomiti Friulane – mentre a nord si trovano le Dolomiti Tirolesi in territorio austriaco.

 

Fatto eccezione per le Dolomiti di Brenta, tutti i sottogruppi dolomitici si trovano a est del fiume Adige. Migliaia di alpinisti le hanno percorse negli ultimi 200 anni tracciando alcune tra le piùbelle vie di alpinismo e roccia di tutto il mondo.

In questo articolo andremo a conoscere queste suggestive montagne da un punto di vista un pò diverso, ovvero andremo a focalizzarci sui colori predominanti offerti ai nostri occhi da queste meraviglie della natura.

 

Dolomiti e l'effetto Enrosadira

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Se anche non fossimo escursionisti, alpinisti o arrampicatori c’è un effetto delle Dolomiti che non richiede particolari sforzi fisici per farci apprezzare queste montagne uniche nel loro genere. La parola Dolomiti deriva dalla tipologia di roccia di cui sono composte: la Dolomia. Questa roccia, oltre ad avere un colore proprio e ad essere piuttosto friabile, dà origine a un effetto visivo molto originale. Specialmente nelle giornate serene d’estate, quando la foschia non è presente, il riflesso di questa roccia illuminata da sole in una certa angolatura, rende queste montagne di un colore rosa che è unico nel suo genere. Questo fenomeno prende il nome di Enrosadira, dal ladino enrosadörache significa “diventare rosa”.

 

 

Questo fenomeno singolare non è visibile durante le ore centrali della giornata bensì si verifica all’alba e al tramonto. L’inclinatura e l’intensità del sole in quel periodo della giornata renderà colorate di rosa rispettivamente le pareti est la mattina e ovest la sera. Per il verificarsi di questo evento serve pazienza e attenzione: si dovrà attendere che il sole tagli l’orizzonte. In quei minuti in cui èsolo parzialmente visibile, l’effetto saràmaggiormente visibile. La roccia che di giorno appare grigio chiaro con venature rosa e rossastre, cambieràcolore per qualcosa di unico e differente.

 

Questo fenomeno èstato trattato da diversi scrittori, tra cui il famoso Dino Buzzati de “Il deserto dei Tartari”:

Piùche di un colore preciso, si tratta di una essenza, forse di una materia evanescente che dallalba al tramonto assume i piùstrani riflessi, grigi, argentei, rosa, gialli, purpurei, viola, azzurri, seppia, eppure èsempre la stessa, cosìcome una faccia umana non cambia anche se la pelle èpallida o bruciata”(D. Buzzati, “I fuorilegge della montagna. Uomini e imprese alpinistiche”).

 

Come godere della favolosa vista delle Dolomiti

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Tra le zone in cui è maggiormente possibile godere di questo effetto sono i rifugi montani in quota. Questi, non essendo circondati da altre case e luci, offriranno un posto privilegiato per poter vedere l’effetto. Spesso per raggiungere i rifugi piùisolati serve una camminata e un certo impegno. Alcuni sono raggiungibili solo tramite sentieri esposti o vie ferrate. Più si salirà in quota, maggiore sarà la possibilità di spaziare la vista in lontananza e raggiungere gruppi montuosi lontani.

 

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Ad esempio, la vista dal Rifugio Capanna Fassa sul Gruppo Sella, spazierà tra le Dolomiti di Badia e le Odle Puez, dalla Marmolada al Catinaccio fino a raggiungere i lontani Campanili del Latemar, le Tofane e l’Antelao. Questo rifugio è raggiungibile con ripido sentiero dal Passo Pordoi sul versante della Val di Fassa, da Corvara di Badia con altrettanto impervio sentiero oppure per i più allenati è possibile percorrere la Via Ferrata Piazzetta, uno degli itinerari attrezzati più difficili e impegnativi di tutto il panorama Italiano. Saliti in vetta al Piz Boèsi si potrà attendere il tramonto e svegliarsi presto il giorno seguente per l’alba e godere di uno spettacolo unico.

 

 

Per completare l’aureola di mistico su questo fenomeno, esiste anche una leggenda che collega il Re Laurino con il Catinaccio, uno dei sottogruppi dolomitici appunto. Il Catinaccio si chiama Rosengarten in tedesco, ovvero Giardino di Rose cosa piuttosto inspiegabile visto le imponenti pareti che lo compongono.

 

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Si narra che il principe del Latemar, gruppo dolomitico adiacente il Catinaccio, quando vide le rose se ne incuriosìed entrònel regno di Laurino, il Catinaccio. Vide sua figlia Ladina, se ne innamoròe la rapìper poi sposarla. Laurino straziato dall’aver perso sua figlia maledìil suo giardino di rose nascondendolo alla vista quando il sole era visibile. Ovviamente, di notte il giardino non era visibile per il buio. La maledizione tuttavia non colpì quel momento di intermezzo tra la notte e il giorno, ovvero l’alba e il tramonto. I bellissimi colori rosa diventano allora visibili solo per alcuni momenti sulle montagne delle Dolomiti.

 

Immagini Dolomiti rosa, effetto Enrosadira

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Tramonto sulle Dolomiti con effetto Enrosadira, immagini riprese con drone