Colori delle stelle e relativa classificazione

 

A causa dell’inquinamento, spesso non possiamo godere del meraviglioso cielo stellato notturno ad occhio nudo. In vero è un peccato perdersi una così bella veduta, in virtù del fatto che gli elementi astronomici sono davvero speciali e hanno molto da raccontare circa l’universo. Il bello delle stelle presenti nel cielo si nasconde nel fatto che hanno un colore vivido e diverso da quello che si può vedere così a primo impatto.

 

Se ci sono stelle come Vega, Rigel e Sirio che hanno un colore luminoso bianco-blu, ce ne sono altre come Aldebaran, Betelgeuse ed Antares che sembrano rosse. E poi ancora altre stelle, come il Sole che sono gialle, e quelle come Arturo che hanno una luce arancione. Insomma studiando a fondo la consistenza dei copri celesti, si può ammirare un’ampia gamma di colori.

 

 

Vedere le stelle al telescopio

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A ben vedere l’aspetto delle stelle e del loro colore è variegato. Questa differenza cromatica esiste ed è visibile in particolar modo attraverso l’uso del telescopio. Lo strumento in questione mette in risalto tutti i minimi particolari degli astri, ancor più se la serata è particolarmente chiara. Se poi parliamo di un telescopio di media apertura, si possono ammirare addirittura i colori di alcune stelle doppie, ovvero quelle che presentano doppia sfumatura cromatica. Il telescopi, anche quelli di livello base, hanno raggiunto un livello tecnico sempre più spinto grazie alle nuove tecnologie per la produzione degli specchi e nella produzione di slitte per telescopi, adattatori per obiettivi fotografici, boccole contrappeso, morsetti e flange sempre più tendenti alla perfezione (puoi approfondire su arcostruzionimeccaniche.it).

Chi ama l’astronomia dunque, sarebbe opportuno procurarsi il telescopio e regalarsi piacevoli momenti ad ammirare tutto quelle che nel cosmo è di nostro interesse.

 

Il colore delle stelle

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Quello che noi di solito chiamiamo colore delle stelle, in realtà è una parte dello spettro elettromagnetico, al cui interno le lunghezze d’onda possono raggiungere gli 800 nanometri. Si tratta cioè del fascio di luce che è visibile dall’occhio umano.

Tutto quello che ci circonda nel cosmo ha un colore differente, e il tutto dipende anche e soprattutto dalla luce riflessa che splende su ogni corpo. È proprio grazie a questa luce che l’oggetto si colora attraverso il riflesso di alcune radiazioni e l’assorbimento di altre.

Quando i fisici hanno cominciato a concentrarsi sullo studio dei fasci luminosi di un corpo incandescente, hanno intuito che la temperatura di un corpo riscaldato cambiava portando con sé anche la variazione di colore della luce emessa. Secondo lo studio astronomico, il discorso del colore delle stelle è simile a quello del corpo nero.

In linea di massima, infatti, in base agli effetti di emissione della luce, le stelle vengono considerati corpi neri che ad occhio nudo sono luminosi e colorati. Questo due caratteristiche dipendono dall’alto grado delle temperature. Se le gradazioni oscillano tra i 100 e i 500 gradi, non permettono alle stelle di essere visibili. Non a caso per la scienza in tale stadio non vengono considerate stelle ma protostelle. La loro presenza e la loro consistenza viene rilevata solo attraverso strumenti ad infrarosso.

Quando poi si sale a 2-3 mila gradi (temperature ancora superficiali) la radiazione diventa così luminosa da permettere alla stella di assumere un colore rossastro, di gran lunga visibile all’uomo. Più sale la temperatura e più il colore cambia. Si va per step e c’è prima il giallo poi il bianco. Invece a 30 mila gradi la stella è bianco-azzurra.

Un'altra conclusione a cui arriviamo è che maggiore è il calore della stella prodotto dalle reazioni di fusione maggiore è la dimensione della stella. Pertanto le stelle di piccole dimensioni tendono al colore rossastro, quelle più grandi al colore azzurrino tendente al bianco.

Da quanto appena detto emerge che una stella con la sua sfumatura cromatica si collega alla temperatura che raggiunge. Il problema diventa pertanto quello di stabilire e di misurare, in un certo qual modo l’intensità di colore.

Se due stelle sono entrambe rosse, oggettivamente, come si fa a stabilire quale sia più rossa?

 

 

Misurare il colore delle stelle

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La scienza astronomica ha trovato il modo per misurare il colore di un corpo celeste. Tale misurazione avviene confrontando le magnitudini in almeno due sistemi differenti. Di regola vengono scelte le magnitudini B, come quelle fotografiche, per stabilire il flusso luminoso blu violetto. Viceversa si usano le magnitudini V (palesi ad occhio nudo) per misurare il flusso nel giallo. In tal senso si parla di colore B-V di una stella per indicare la differenza tra le magnitudini B e V dell’astro (questo valore è stato portato in modo convenzionale a zero per alcune stelle bianche come Vega).In base a tale criterio di misurazione, una stella blu avrà un indice di colore negativo in quantoè più luminosa e vistosa agli occhi dell’uomo.

La categoria B viene considerata più piccola di quella V. Ad esempio, se una stella è di colore giallo come il Sole o Capella il suo sarà un livello positivo e si aggira intorno a 0,7. Se il livello sale a  2 avremo viceversa stelle rosse e arancioni.

 

La classificazione dei colori

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Poc’anzi abbiamo molto sommariamente spiegato che il colore di una stella si collega alla sua temperatura. Quest’ultima si ricava attraverso l’applicazione di una formula molto semplice che dipende a sua volta con l’indice di colore.

In linea di massima la temperatura di colore, con una tolleranza di circa 100 gradi, coincide con la temperatura della superficie vera e propria: la sola distinzione tra le due si collega al fatto che le stelle non sono dei perfetti radiatori integrali, ma deviano sia pur di poco dal comportamento dei corpi neri. Se si conosce il valore di B-V, dunque, si può calcolare con molta facilità la cosiddetta temperatura di colore, che, rappresenta pertanto la temperatura superficiale della stella.

Per classificare generalmente le stelle è bene dunque basarsi con il colore delle stelle. In tal modo, quasi il 99% di tutte le stelle vengono dunque divise nove classi.

 

 

Ogni classe viene indicata con una lettera:

·         V con temperatura 40000 – 80000K. Il colore è Azzurro

·         O con temperatura 35000 – 40000K. Il colore è Bianco-azzurro (tipico esemoio è la stella γ Velorum);

·         B con temperatura10000 – 25000K. Il colore è Bianco-azzurro (esempio è Rigel);

·         A con temperatura8000 – 1000K. Il colore è Bianco (esempio Sirio, Vega, Altair);

·         F con temperatura 6000 – 8000K. Il colore è Bianco-giallastro (esempio Procione, Polare);

·         G con temperatura 5000 –6000 K. Il colore è Giallo (come Sole, Capella);

·         K con temperatura 4000 – 5000K. Il colore è Arancio (tipo Arturo, Aldebaran);

·         M con temperatura 3000 – 3500K. Il colore è Rosso-arancio (Betelgeuse, Antares);

     N-S [C] con temperatura 2500 – 3000K. Il colore è Rosso.