Colori dei gatti: rossi, grigi, arancioni, bianchi, neri e tigrati, tartarugati
Chi ha la passione per i gatti lo sa bene: una delle caratteristiche più affascinanti di questi magnifici felini è l’enorme varietà di colori della pelliccia. Senza entrare nel dettaglio dei gatti di razza pregiata, il mantello del micio domestico può presentarsi in tinte e sfumature di diverso tipo: basta osservare una cucciolata di gattini per rendersene conto.
Indipendentemente dal colore della pelliccia dei genitori, e dalla loro razza, i cuccioli possono essere neri, rossi, bianchi, arancioni, marroni, grigi, a chiazze, tartarugati, tigrati o mostrare le zampe e il muso di una tinta diversa dal corpo, e così via, con infinite possibilità.
Innanzitutto occorre tenere presente che il colore della pelliccia dei gatti non si correla alla razza, ma al loro patrimonio genetico, che può contenere pigmenti diversi con alcune tinte dominanti. Le caratteristiche genetiche del micio decideranno il suo colore: talvolta unico, ma molto più spesso costituito da dettagli di colore diverso, oppure da pattern tigrati, maculati o arricchiti da sfumature particolari.
In origine, la pelliccia dei gatti era tigrata, e la predominanza di un gene sufficiente per ottenere una tinta unica si è verificata in seguito, per evoluzione naturale, nel momento in cui non è stato più necessario ricorrere a strategie mimetiche. Successivamente, con i vari incroci, i gatti sono arrivati a presentare un’ampia varietà di colorazioni, in parte dovuta ad un processo evolutivo, e in parte alle selezioni genetiche operate dagli allevatori, per raffinare le caratteristiche di alcune razze pregiate.
Gatto tigrato
Il tipo di gatto più diffuso è quasi sicuramente quello tigrato. Il suo è un mantello comune non solo al felino domestico, ma anche alle razze selvatiche. Il pattern tipico della pelliccia del gatto tigrato può essere lineare o maculato, di tonalità simili o con forti contrasti. Di solito, per questi gatti ogni pelo possiede tre colori diversi, che combinandosi creano l’effetto della striatura e delle macchie: sicuramente in passato, allo stato selvatico, questo tipo di pelliccia era utile per l’effetto mimetico.
Colori del gatto europeo
I gatti che possiedono un gene cromatico predominante avranno una pelliccia uniforme, tuttavia i geni predominanti sono sempre il rosso e il nero: nel caso di gatti grigi, blu o crema, la predominanza è sempre di uno di questi due colori, ma con una concentrazione minore.
I gatti di tipo “europeo” possiedono una pelliccia caratterizzata da una tinta base scura, sui toni del marrone, con sottili striature nere, mentre nel caso di un mantello tigrato nei toni del grigio / blu o del rosso / arancio, sarà la prevalenza dei geni a “mescolare” i diversi colori, creando sfumature crema, azzurrine o rosate.
Gatti bianchi e neri
Il gatto “nero”, che apparentemente sembra essere di un colore unico, in realtà mostra uno “sfondo” scuro, di solito marrone, sul quale le striature “tono su tono” creano l’effetto di un pattern total black.
Diversamente avviene invece per i gatti totalmente bianchi, praticamente si tratta di gatti albini, in possesso di un gene in grado di “nascondere” tutte le colorazioni, trasformandole in bianco. In genere i gatti bianchi hanno occhi verdi / azzurri, e frequentemente sono sordi dalla nascita.
La pelliccia del gatto non muta mai di colore: il gattino nasce con un patrimonio cromatico specifico, e la sua pelliccia rimarrà invariata per tutta la vita, e non esiste alcuna correlazione tra la tinta della pelliccia e quella degli occhi, se non ottenuta da incroci di allevamento.
Relazione tra il colore della pelliccia e il carattere del gatto
Per quanto si raccontino leggende e storie di ogni sorta intorno ai gatti e al loro aspetto, nessuna ricerca scientifica ha mai confermato o comprovato che il colore della pelliccia di un micio possa influire nei confronti del suo carattere: si tratta semplicemente del risultato di una predisposizione genetica riguardante la dominante cromatica, e non possiede riferimenti di natura psicologica o comportamentale.
Credenze piuttosto diffuse, che attribuiscono, ad esempio, un carattere aggressivo e lunatico ai gatti neri e rossi, derivato da superstizioni e tradizioni locali, ugualmente a quanto si dice sui gatti totalmente neri, che in alcune regioni italiane sono considerati di malaugurio, mentre nel Regno Unito un gatto nero fermo fuori dalla porta è un vero portafortuna. La pelliccia, a parte alcune eccezioni, non ha corrispondenza neanche di specie: durante la gestazione, i geni del feto si attivano senza una ragione specifica, determinando il colore del micio alla nascita.
Non mancano però voci sostenute anche da alcuni studiosi e appassionati dei gatti, che nel corso del tempo pare abbiano notato qualche caratteristica di comportamento comune in relazione al colore. In base a questo punto di vista, i gatti neri appaiono intelligenti, affettuosi e riservati,i gatti tigrati sono indipendenti e piuttosto pigri, i gatti rosso / arancio sono vivaci e curiosi, e i gatti grigi sono dolci e tranquilli.
Gatti tricolori e colorazioni particolari
Con il termine di gatti tricolori vengono definiti quei gatti dalla pelliccia pezzata, in cui si alternano il rosso e il nero, di solito su fondo bianco. Questa combinazione di colori pare essere correlata alla presenza dell’arancione legato al cromosoma femminile: probabilmente è per questo motivo che quasi tutti i gatti che si presentano con questa colorazione sono di sesso femminile. In molti paese, e specialmente negli Stati Uniti e in Giappone, i gatti (o meglio, le gatte) tricolori sono considerati portafortuna.
La pelliccia dei gatti cosiddetti “tartarugati” possiede una combinazione di sfumature, tra grigio, bianco, crema e talvolta rosso / arancio, tali da produrre un motivo che ricorda il guscio delle tartarughe. Anche questo tipo di gatto nasce prevalentemente di sesso femminile, e diversamente dal tricolore, di solito non ha parti bianche nella pelliccia, o comunque molto limitate (puoi approfondire l'argomento su miciogatto.it).
Alcuni gatti sono caratterizzati da una pelliccia definita a punti di colore, ovvero da un mantello di colore uniforme che sfuma verso la punta delle zampe, il musetto e la coda in una tinta a contrasto: un esempio tipico è quello dei gatti siamesi o simili. Una particolarità dei gatti siamesi è anche quella di nascere totalmente bianchi, e di colorarsi dopo almeno una settimana di vita: questo fenomeno è dovuto alla temperatura, poiché i pigmenti scuri si sviluppano con una temperatura più bassa, impossibile a verificarsi nel grembo materno.
Il mantello felino a pezzatura bianca è una variante “ridotta” del tricolore, e si presenta con una base bianca e una serie di chiazze sparse che possono essere nere, bianche, rosse, grigie o in altre sfumature scure o delicate.