Colori secondari: cosa sono, quali sono, come si ottengono

 

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Dai tre colori base detti colori primari (rosso, blu e giallo o, se volete, magenta, ciano e giallo) - quelli assoluti che non si possono ottenere da alcuna mescolanza – derivano i colori secondari. Come?

Ogni coppia di colori primari miscelati tra loro in quantità uguali genera altrettanti colori secondari.

Ci spieghiamo meglio con il seguente schema:

Giallo + rosso = arancione

Giallo + blu = verde

Rosso + blu = viola

 

Dalle tre miscele di colori primari abbiamo, quindi, altrettanti colori secondari che sono: arancione, verde e viola.

 

 

Colori secondari, primari e terziari nel cerchio cromatico di Itten

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I colori secondari, mischiati con quelli primari, andranno poi a generare i colori terziari.

Ad esempio, dal mix di giallo e verde si ottiene il colore terziario verde giallognolo, l’unione di rosso e viola genera il rosso violaceo e così via secondo infinite possibilità.

E’ stato il pittore, scrittore e designer svizzero Johannes Itten a formalizzare, nel 1961, lo schema di colori primari, secondari e terziari: all’interno della scuola di architettura, arte e design Bauhaus, un vero e proprio punto di riferimento nell’arte del Novecento, Itten ha ideato e costruito il cerchio cromatico, strumento basilare per tutti coloro che usano i colori, dal tecnico all’artista.

Il cerchio o ruota cromatica di Itten riporta i colori primari ed i colori ottenibili dalla loro miscela (colori secondari, terziari e complementari).

Cromia ed intensità del colore variano in base alla percentuale dei colori combinati insieme e da tali variazioni si potranno ottenere infinite sfumature cromatiche.

Il cerchio di Itten non include il bianco ed il nero perché ritenuti ‘non colori’.

 

Colori secondari e frequenza dello spettro visibile

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I colori secondari, come quelli primari e terziari, secondo la scienza rappresentano la percezione visiva di una radiazione luminosa caratterizzata da certe lunghezze d’onda che il cervello umano riconosce come i diversi colori del cosiddetto spettro visibile, tutto ciò che in sostanza riusciamo a ‘captare’.

Non a caso, il termine colore deriva dal latino ‘colorem’ sinonimo di celare, nascondere.

Nascondere in che senso?

Ad ogni frequenza dello spettro visibile si associa un certo colore, di conseguenza oggetti dai colori secondari  arancione, verde e viola rifletteranno le rispettive radiazioni arancione, verde e viola assorbendo, contemporaneamente, quelle degli altri colori.

Lo stesso discorso vale, ovviamente, per i colori primari e terziari mentre per i colori nero e bianco il discorso è diverso.

Un oggetto di colore nero assorbe tutte le radiazioni senza rifletterne nessuna, mentre un elemento bianco rifletterà tutte le radiazioni. Questo perché la scienza considera il nero l’assenza totale di colori ed il bianco l’insieme di tutti i colori.

 

Colori secondari tra scienza e arte

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Se per lo scienziato il colore è una percezione di luce riflessa da un oggetto sui nostri occhi, per l’artista ed il pittore il colore e' una sostanza usata per dipingere, un pigmento cromatico.

Potrebbe realizzare capolavori avendo semplicemente cinque tubetti di colori: i tre colori primari da cui potrà ottenere i colori secondari + il bianco ed il nero.

E’ tutto ciò che gli serve per esprimere la sua percezione visiva ed artistica perché i colori secondari, primari, il bianco ed il nero sono gli unici colori disponibili in natura.

Tutti gli altri rappresentano sfumature (più chiare o più scure) di questi colori.

 

 

Nero e bianco per l’artista

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Tutto quello che il pittore sa è che i colori primari, il bianco ed il nero rappresentano la tavolozza essenziale per la sua arte e che anche i colori secondari sono, per lui, fondamentali e puri.

Bianco e nero sono, rispettivamente, l’insieme di tutti i colori o l’assenza totale di colori come ammettono gli scienziati?

Per l’artista sono due colori ‘acromatici’, anomali: il pittore è più portato a credere (come gli antichi Greci) che il bianco sia un colore primario perché non si ottiene mischiando altri colori, mentre il nero rientra nei colori secondari in quanto si genera mescolando altri colori.

Il nero, che per l’artista non è assenza di colori, si può ottenere mescolando i colori primari in uguale quantità oppure mischiando rosso e verde, blu e arancione, giallo e viola, insomma amalgamando colori secondari a colori primari.

 

Vassily Kandinsky: colori secondari come mescolanza di forme

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Il geniale Vassily Kandinsky ha accostato i colori alle forme.

In base alla luminosità, associò i colori primari magenta, giallo e ciano, rispettivamente, alle forme del quadrato, triangolo e cerchio.

Il mix dei primari, quindi i colori secondari, sono per lui mescolanza di forme.