Bandiera della Sicilia: significato dei colori e dello stemma, storia

 

Bandiera della Sicilia: significato dei colori e dello stemma della trinacria, storia e origini.

 

 

La Sicilia è una terra ricca di storia, unica nel panorama italiano. Tantissimi sono i luoghi intrisi di storia come la Valle dei Templi, Palermo, Catania, Siracusa e luoghi paradisiaci come Taormina, Scopello, San Vito Lo Capo o le isole Egadi (approfondisci transfer Isole Egadi). Ebbene, in questo articolo vogliamo parlarti di un argomento poco trattato dai più, ovvero della bandiera ufficiale della regione siciliana.

Chi è siciliano quasi sicuramente conosce alla perfezione la storia e il significato della bandiera regionale. Ha dei colori e dei simboli molto particolari, che rievocano alla mente un po’ tutta la storia dell’isola.

I siciliani sono molto fedeli al proprio stemma, tanto che come vedremo, usano il simbolo della bandiera come portafortuna. Per cui, se anche tu sei curioso di sapere qualcosa di più sul conto della bandiera della Sicilia prosegui la lettura, ti spieghiamo noi la storia, il significato dei colori e dello stemma.

 

La storia della bandiera della Sicilia

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La prima bandiera della Sicilia ha fatto la sua prima apparizione durante la Rivoluzione del Vespro nel 1282. Quella usata all’epoca, emblema di un popolo oppresso dal dominio degli Angioini, richiama i colori della città di Palermo e del paese di Corleone, capostipiti della rivolta, ovvero il giallo ed il rosso. Gli stessi colori usati per quella bandiera furono poi riutilizzati per la bandiera del Regno di Sicilia.

 

 

bandiera-regno-sicilia-1296-1816

Nel 1296 salì al trono di Sicilia Federico III, il quale modificò la bandiera e introdusse quella che poi è rimasta in vigore fino al 1816. Fu cambiato il vessillo e introdotta nello stemma la croce di Sant'Andrea. Fu creata una inquartato in decusse, dove al primo e al quarto posto venivano raffigurate le barre d'Aragona, mentre al secondo e al terzo posto venivano raffigurate le aquile di Svevia-Sicilia.

 

 

bandiera-regno-sicilia-1848-1849

Durante la rivoluzione del 1848, il Parlamento Siciliano adottò come simbolo dell’isola la Trinacria, posta al centro della bandiera tricolore italiana. Tale simbolo fu altresì posto sull'elmetto della Guardia nazionale siciliana tra il 1848 ed il 1849. Rimase in vigore fino all’Unità d’Italia.

 

 

Solo nel 1944 furono reinseriti nella bandiera i colori rosso e giallo, ad opera del Movimento per l'Indipendenza della Sicilia che volle ad ogni costo proprio quelle due tinte come simbolo del separatismo siciliano.

 

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Dopo quasi cinquant’anni l’assemblea regionale siciliana approvò lo stemma e negli anni 2000 la bandiera così come la conosciamo oggi.

 

Il significato dei colori della bandiera siciliana

Abbiamo molto sommariamente ripercorso le tappe della bandiera siciliana, senza mai però svelarvi come essa è davvero. Ad esempio, i colori sono il rosso e il giallo, che rappresentano rispettivamente il comune di Palermo e il comune di Corleone in ricordo nella Rivoluzione del Vespro.

Le due tinte sono poste a forma di triangolo una di fronte all’altra e poste sopra uno scudo alla francese e si trovano al centro dalla Trinacria (anche detta Triscele).

 

 

Il significato dello stemma della bandiera della Sicilia

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La Trinacria (nome araldico) è sempre stata rappresentativa per la Sicilia. Si tratta di una donna con tre gambe, che sta a rappresentare i tre promontori estremi dell’isola (Pachino, Peloro e Lilibeo), dal momento che rispetto alle comuni isole, quella siciliana ha una struttura morfologica più frastagliata e spigolosa rispetto a quella arrotondata di tante altre.

A guardarla bene la Sicilia ricorda un pò un triangolo, e le tre gambe della Trinacria rievocano alla mente la stessa figura geometrica.

Volendoci poi soffermare di più sulla testa della Trinacria, essa ricorda la figura mitologica delle gorgoni, ovvero donne mostruose con ali d’oro, artigli di bronzo, zanne di cinghiale e serpenti al posto dei capelli.

Le gorgoni per i Greci erano tre (Euriale rappresentava la depravazione sessuale, Steno l’immoralità e Medusa la perversione mentale)e la testa della Trinacria altri non è che la testa di Medusa, raffigurata con i serpenti al posto dei capelli.

Tra i serpenti, in un secondo momento, furono aggiunte le spighe di grano, per ricordare che in epoca romana la Sicilia fu la prima provincia e “granaio” dell’impero.

Secondo molti storici, quasi sicuramente il simbolo della Trinacria risale all’epoca ellenistica, in una società dove la cultura si basava quasi del tutto sul culto di dei, semidei e mostri mitologici. Fu allora che si presume nacque la Triscele con la testa della gorgone Medusa, dalla quale si diramavano tre gambe attaccate direttamente alla testa. La figura ideale per rappresentare la Sicilia, che oltre alla sua particolare forma, è costituita anche da una storia fatta di misteri e leggende.

Se parte degli studiosi credono che la Trinacria sia nata dalla cultura greca, molti seguono la corrente di pensiero per la quale il simbolo sia proveniente dalle antiche regioni orientali, e che non sta a rappresentare Medusa quanto piuttosto il dio del sole nella sua triplice forma di primavera, estate e inverno.

 

 

Ad avallare questa tesi alcune monete (del VI e IV secolo a.C.) rinvenute in Oriente con lo stesso stemma (esse sono state trovate in particolare nelle città dell’Asia Minore, come Aspendo in Panfilia, Olba in Cilicia, Berrito e Tebe nella Troade). Per cui gli storici ritengono che dall’Asia il simbolo sia giunto sino in occidente e poi fatto proprio dai greci.

Durante il dominio dei Romani, la Trinacria perse il suo valore religioso e veniva semplicemente associato alla terra siciliana. Durante quel periodo a Palermo cominciano a circolare le monete con su raffigurate la testa della gorgone, ma in aggiunta ai serpenti, furono inserite sulla testa di Medusa anche delle spighe, che, abbiamo già spiegato, ricordavano il ruolo della Sicilia di granaio dell’antico impero romano. Divennero inoltre sinonimo di fertilità e prosperità.

Ma perché è stata usata la testa di una gorgone nonostante il significato religioso fosse andato perso?

La domanda sorge spontanea. Anche quando il significato della Trinacria passa da un connotato religioso ad uno più razionale e mistico, la figura rimane emblematica per la regione Sicilia, anche perché, in ogni rappresentazioni, le gambe possono essere collegate tra loro attraverso un cerchio o un punto.

La perfezione di questo simbolo, e la complessità del suo significato, ha spinto sempre i siciliani, soprattutto i più religiosi e superstiziosi, per tradizione familiare, ad usare la trinacria come talismano portafortuna.

Ancora oggi rappresenta per tutta la regione un’entità astratta, ma riconoscibile con la quale si decorano vasi, oggetti, accessori, si realizzano raffigurazioni pittoresche. Insomma è la Triscele più di ogni altra cosa, per i siciliani, ad avere il potere di fungere da portafortuna, perché scongiura, allontana o annulla gli influssi maligni degli invidiosi e dei cattivi.