I migliori colori per il menu del tuo locale

 

Come impostare un menu per un locale, dai colori ai caratteri, alla grafica

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Strutturare e comporre un menu, vuoi per un ristorante o pizzeria, piuttosto che per un bistrot o un bar tavola fredda, non è affatto semplice. Non si tratta, infatti, soltanto, di elencare una lista di cibi e bevande più o meno ordinate in base alla logica delle portate: linguaggio, lessico, tipo di carta, colore dei caratteri, ecc., sono argomenti da affrontare con serietà e competenza.

Un semplice foglio bianco con un menu scritto in bianco e nero ha un valore comunicativo uguale a zero; al contrario un menu elaborato e studiato nei minimi dettagli, partendo dai colori utilizzati (leggi: psicologia dei colori), al carattere fino alla grafica, ha un impatto devastante sulla voglia del cliente di provare, assaggiare ed infine acquistare. Ed il successo di un locale dipende soprattutto dalla voglia di spendere del cliente... per tale motivo il menu ha un'importanza fondamentale, anche se spesso è trascurato.

In questo articolo vi spieghiamo il perchè!

 

 

Dal menu classico cartaceo al menu digitale

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Tra gli altri, per esempio, anche il solo aspetto grafico richiede attenzione, e poi il formato, la tinta della carta da utilizzare, gli eventuali inserti (il menu del giorno, tanto per dirne uno…), la copertina, con la scelta del miglior materiale, dell’immagine più simpatica o elegante, del colore più accattivante. Insomma, tutto dev’essere in armonia con il concept del locale, e che sia un menu digitale, presente sul sito web, o il classico cartaceo che i clienti trovano sulla tavola, poco importa.

 

La lavagna da parete o da terra

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Peraltro, c’è un terzo modo per presentare la proposta giornaliera di un locale, oltre ai due che abbiamo appena elencato: stiamo parlando della lavagna da parete o la lavagna da terra, spesso all’ingresso dell’esercizio pubblico, ma che si può trovare anche all’esterno, vicino all’ingresso o appesa (qui ad esempio su targetsas.it trovi vari modelli). Simpatica e in continuo aggiornamento, la lavagna è l’ideale per modificare ogni giorno un menu fresco e rinnovato, magari con gessetti colorati o con qualche disegnino spiritoso, a richiamare gli ingredienti del piatto. Non a caso, infatti, immagini e colori, come in ogni elenco che si rispetti, la fanno da padrone per incuriosire e stuzzicare il cliente.

 

 

L'effetto cromatico può influire sulle scelte del cliente

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Riusciamo ad immaginare la differenza fra un banale menu scritto semplicemente nero su bianco, con un semplice elenco delle portate su un classico foglio da stampante, rispetto, per esempio, ad un cartoncino colorato, magari con le stesse tonalità dell’ambiente e delle pareti? O ancora: non è simpatica una cromatura a tema, per esempio sui toni del blu e dell’azzurro per un ristorante a base di pesce, o del giallo, arancio e marrone per una rustica trattoria casereccia?

 

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Parlare di comunicazione nel mondo del food ci porta ad una serie di contenuti, rapportati soprattutto al visual content marketing, una strategia fondamentale che ha come base l’immagine, il colore, l’impatto visivo. L’effetto cromatico, infatti, può influire sulle scelte del cliente, riuscendo ad influenzarne non solo le preferenze ma addirittura l’appetito!

 

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Non a caso, a riguardo, sono stati sperimentati speciali accostamenti, messi in atto da esperti dell’arte della comunicazione, per testare, in modo empirico, la cosiddetta “Teoria dei Colori”, applicata in maniera particolare alla cucina e all’influenza che le tinte hanno addirittura sul gusto e sul consumo del cibo. Due dei massimi esperti a riguardo sono scienziati svedesi, i fratelli Fehrman, che, nel loro libro “Color: The Secret Influence”, hanno evidenziato l’influenza delle diverse tinte nel marketing e, di conseguenza, nella vendita di prodotti e servizi. Coniando il termine Weasel Colors, hanno inteso indicare proprio quei colori che, in base a stimoli e sensazioni, possono influenzare le nostre scelte.

 

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Partendo dal presupposto che alcuni di questi colori esercitano un effetto stimolante dell’appetito sul sistema nervoso, come Giallo, Marrone, Arancione (colori caldi per eccellenza), possiamo giungere alla conclusione che, per un esercizio di ristorazione, sono perfettamente adatti, sia come cromatura di ambiente che nella proposizione del menu, a meno che, come dicevamo, non si tratti di un locale che richiami il mare o, comunque, l’acqua: in questo caso, appunto,  è meglio puntare su tinte più fresche, come la gamma dei Blu o quella dei Verdi, ideali anche per stimolare la sensazione di sete. Più prestigio e molta raffinatezza sono espressi con colori più particolari, come il Viola, il Lilla, toni cupi di Rosso e l’Oro.

 

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Tutta la comunicazione di un food brand attraversa il codice cromatico: dallo stile del locale al tovagliato, dagli utensili all’impiattamento, ed ovviamente anche al menu cartaceo che, oltre a quello pubblicato sul web, in caso di sito personalizzato, è uno dei biglietti da visita più importanti per ogni locale che vuole visibilità cromatica.

 

 

I clienti, infatti, sono fortemente influenzati, in un processo mentale di selezione e di acquisto, dai colori e da ciò che questi riflettono. Nell’ormai lontano 1993 la Cornell University, una delle più antiche università statunitensi, condusse uno studio approfondito a riguardo, secondo cui stimò che è possibile aumentare il ricavo medio, e dunque il fatturato, attraverso un uso sapiente del colore. Ulteriori studi, rilevano anche che l’occhio umano compie inconsciamente un percorso specifico nella lettura di un documento, focalizzando la propria attenzione su tinte più calde, in perfetta nuance con l’ambiente circostante.

 

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Nella scelta dei colori, in genere, in un locale occorre considerare diversi elementi: il tipo di clientela, la frequentazione diurna o serale e, soprattutto, l’offerta e le sensazioni che si vogliono evidenziare. Le tinte più chiare, come il verde o l’azzurro, per esempio, si associano a relax e benessere, mentre quelle più calde, come un bel giallo brillante, fanno aumentare l’appetito.

Ed ancora: i colori fluo, piuttosto acidi, si adattano maggiormente ad una clientela giovane, tipo pub e discoteche, mentre le gamme più scure del blu, del grigio e del rosso, fanno presa su un pubblico più adulto, in locali serali. Beige e coloniale sono senza dubbio utilizzati per contesti più chic.