Stemma di Firenze e colori e significato della maglia viola

 

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Alzi la mano chi di voi non si è mai chiesto perché la maglia della Fiorentina è viola! Nessuno? Lo immaginavo! Lo stemma di Firenze è un meraviglioso giglio rosso su sfondo bianco, ma ogni negozietto per turisti è tappezzato di merchandising viola sgargiante. Scopriamo insieme perché.

 

 

Iris Florentina

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Nel 1929 il Capo del Governo ha approvato la blasonatura dello stemma di Firenze e del suo gonfalone: scudo argentato con giglio rosso e drappo bianco con giglio rosso bottonato. Entrambe le forme sono eccezioni alla normale regola italiana, infatti sia lo stemma che il gonfalone non sono contenuti in uno scudo sannitico, quasi a voler dimostrare libertà imprescindibile.
Non è ancora certo cosa abbia spinto a scegliere un fiore come simbolo - e nome - di Firenze. L'ipotesi più probabile è che la fondazione della città risalga al 59 a.C. nel periodo dell'anno dedicato all'arrivo della primavera ed alle celebrazioni della dea Flora. Da questa teoria viene spontaneo capire perché optare proprio per questa pianta - anche detta Iris florentina - come simbolo cittadino.
In passato Firenze era circondata di magnifici giaggioli, che oggi chiamiamo gigli. Questo fiore è anche simbolo di spirito e purezza ed è comunemente associato alla Madonna, ciò lascia intuire la probabile influenza di un culto di Maria.
Storicamente i colori dello stemma fiorentino erano invertiti: giglio bianco su sfondo rosso. Solamente intorno al 1251 i colori sono stati posizionati nell'ordine che conosciamo. Leggenda vuole che i Ghibellini, ormai in volontario esilio dopo la morte di Federico II, continuassero ad usare il giglio bianco come proprio simbolo identificativo.
Così i Guelfi, un po' per distinguersi, per festeggiare la vittoria e sicuramente un po' per sfregio, invertirono i colori del blasone e crearono quello oggi famoso in tutto il mondo.

 

La Fiorentina

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La raffinatezza del giglio rosso non è l'unico pigmento nobile di Firenze. L'ACF Fiorentina è l'unico team in Italia ed uno dei pochi in Europa ad indossare la prima maglia di questo colore. Inizialmente la maglia ufficiale della squadra di Firenze era a righe bianche e rosse, proprio come il suo stemma.
È solo nel 1929 che gli undici scesero in campo per la prima volta con la coloratissima maglia viola. Secondo una simpatica leggenda, il cambio di tinta fu dovuto ad un errato lavaggio delle maglie in un fiume. Tuttavia è decisamente più probabile che sia stata una scelta voluta dal fondatore Luigi Ridolfi, legata a motivi tradizionali ed alla volontà di richiamare lo stemma della città. Infatti il giaggiolo - o giglio - cresceva abbondante sui prati e le colline che circondano Firenze e sicuramente non è una coincidenza che le varietà più diffuse siano proprio quella bianca e quella viola.
La volontà di Ridolfi di cambiare il colore avrebbe potuto avere anche altre motivazioni. Secondo Indro Montanelli - grande giornalista del novecento ed appassionato tifoso della Fiorentina - furono gli alchimisti fiorentini a creare artificialmente il pigmento viola, dopo aver appreso i segreti dai popoli orientali.
Il nome richiama il termine latino òra: confine.

Il viola (qui puoi leggere il significato del viola) è l'ultimo colore visibile nello spettro percepito dall'essere umano, pertanto tutto ciò che ne segue è intuito. Non è un caso che sia il colore associato alla magia e al mondo del fantastico, presente sulla maggior parte delle copertine dei libri fantasy e da sempre associato allo spazio.
Sicuramente è una teoria un po' estrema, ma siamo certi che Indro Montanelli ritenesse la sua Fiorentina una squadra magica!

 

 

Tradizione calcistica

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Come molte città medievali, anche Firenze ha le sue rievocazioni storiche. Il calcio storico fiorentino è un antenato dello sport come lo conosciamo ora. Probabilmente nato in epoca romana da un gioco chiamato harpastum, è simile al calcio odierno per regole e forma, ma più al rugby per il carattere aggressivo.
L'obiettivo del calcio storico è sempre lo stesso: portare la palla nella rete avversaria. Per raggiungere questo obiettivo ci si avvale di ben ventisette giocatori: quattro datori indietro, tre datori innanzi, cinque sconciatori e quindici innanzi.
Ogni goal è chiamato caccia ed i giocatori possono avvalersi di qualsiasi mezzo per conquistarne una. Erano principalmente i nobili a scendere in campo, omaggiando la propria squadra indossando una livrea del colore caratteristico.
I campi da gioco più usati per il calcio storico erano le piazze principali dei quattro famosi quartieri Santo Spirito, San Giovanni, Santa Maria Novella e Santa Croce. Da questi campi sono nate le squadre del calcio fiorentino ed ognuna di loro è rappresentata dai colori del proprio gonfalone: i
Rossi per Santa Maria Novella, i Verdi per San Giovanni, i Bianchi per Santo Spirito e gli Azzurri per Santa Croce.
Il calcio in livrea è stato ed è tuttora uno sport molto agonistico, carattere dovutoall a storica competizione fra quartieri che caratterizza un po' tutte le città medievali.

 

Tanti colori, una città

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Firenze è una città ardentemente affezionata alla sua storia, di cui va più che orgogliosa. Non stupisce che recentemente l'ACF Fiorentina abbia deciso di omaggiare le sue origini e creare una linea di seconde maglie con i colori del calcio storico fiorentino.
Tuttavia, i colori più rappresentativi di Firenze - per un occhio esterno - rimangono il bianco, il rosso ed il viola. Oltre ai motivi storici e geografici, mi piacerebbe pensare a dei motivi più introspettivi per questa scelta cromatica.
Bianco e rosso sono due colori estremamente diversi fra loro non solo all'occhio ma anche al cuore. Mentre il bianco rappresenta purezza e spiritualità, il rosso ha un carattere più tenace e passionale ed indubbiamente regale.
Che sia stata una scelta volontaria o meno, non stupisce che siano questi i colori adottati da una città la cui storia è famosa per la lotta fra Guelfi e Ghibellini. È naturale associare i Ghibellini - che appoggiavano l'Impero - al rosso segno di sovranità e i Guelfi - che difendevano il Papato - al candido bianco della spiritualità.
Le due tinte omaggiano ogni lato della storia del capoluogo toscano e la dualità che la caratterizza. E allora il viola? Secondo Carl Gustav Jung il viola è un colore "tra l’umano e il divino, l’unione di due nature", tra passione e purezza, tra carnalità e spiritualità. Tra rosso e bianco.

 

 

I colori di Firenze

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Se siete appassionati di medioevo potete visitare la città a Giugno - quando si svolge il torneo di calcio storico - o concedervi un giro allo stadio Artemio Franchi se tifate ACF. La miglior cosa sarebbe di passare un weekend a Firenze per prendersi il tempo di visitarla con calma. Nonostante per ora si sia parlato parlato solo dei colori ufficiali, di stemmi e maglie vorrei concludere dicendo che Firenze è molto di più...

Lasciatevi dare un consiglio e perdetevi nelle mille sfumature di giallo, ocra e marrone dei suoi palazzi, nell'intera tavolozza delle bancarelle di pellame al Mercato del Porcellino, nei colori dell'arte agli Uffizi, nel marmo verde di Prato e bianco di Carrara, nel rosso di un buon Chianti e il rosato di una bistecca fiorentina, per non parlare delle pennellate nel cielo al tramonto su Ponte Vecchio. Non vi deluderà!